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News Il Premio Meco accende nuovi percorsi culturali: l’esperienza nella Casa Circondariale di Biella

Pubblicato il 10 aprile 2025

Il Premio Letterario Meco – Dietro le Sbarre non è solo un concorso di scrittura: è un seme che ha iniziato a germogliare anche in contesti difficili, dando vita a progetti culturali e trasformativi. A Biella, ad esempio, ha rappresentato un’opportunità preziosa all’interno della Casa Circondariale.

Qui, un gruppo di detenuti della sezione sex offenders, già impegnati dal 2023 in un percorso psicologico trattamentale a cura di CIPM Piemonte, ha affiancato alla dimensione terapeutica quella espressiva. A gennaio 2025 è partito un corso di scrittura creativa condotto dallo scrittore Francesco Casolo, pensato come spazio di espressione emotiva e personale.

Solo in un secondo momento, si è deciso di “finalizzare” il percorso con la partecipazione al Premio Meco, dando così un obiettivo concreto e motivante al lavoro svolto. I partecipanti si sono entusiasmati all’idea e, su tredici presenti, nove hanno prodotto delle opere – principalmente racconti e poesie – che hanno poi letto in aula davanti ai loro compagni, emozionandosi e motivandosi reciprocamente.

A fine aprile prenderà il via anche un laboratorio di teatro sociale, a cura di Opificiodellarte, che lavorerà sulle emozioni di base. Quale occasione migliore, allora, per darsi un ulteriore obiettivo: realizzare una lettura emotiva delle opere prodotte (o di una selezione, saranno i ragazzi stessi a decidere) e provare a organizzare un momento di restituzione finale all’interno della Casa Circondariale. E, se sarà possibile, portare questa esperienza anche all’esterno, in occasione dellundicesima edizione di #fuoriluogo. Festival Letterario della Città di Biella, ideato e organizzato da Eleonora Celano, in programma il 5, 6 e 7 settembre 2025.

Del resto, proprio nel 2024, il festival aveva già aperto un varco importante: due appuntamenti si sono svolti all’interno del carcere, con l’intento di costruire un ponte tra l’interno e l’esterno, nella consapevolezza che il carcere è, a tutti gli effetti, una parte viva della città. La cultura può essere il primo passo per attraversare quel ponte.